Warrior: la recensione di Frenck Coppola
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Warrior: la recensione di Frenck Coppola

Warrior: la recensione di Frenck Coppola

Appuntamento domenicale con la visione di uno dei film in programmazione al cinema, quest’oggi vi parlerò di Warrior il nuovo capolavoro di Gavin O’Connor, il regista del poliziesco Pride and Glory del 2008.
Dopo aver visto The Fighter lo scorso anno mi son ricreduto sui film tratti da drammi sportivi, in Warrior il dramma è il punto focale dell’intera pellicola con uno sfondo familiare che soltanto Gavin O’Connor poteva portare al cinema, vedi Pride and Glory per l’appunto.
Tratto da una storia creata dallo stesso regista in collaborazione con lo sceneggiatore Cliff Dorfman, Warrior narra la storia di una famiglia distrutta da un passato denso di sofferenza, due fratelli divisi da un odio senza fine.
Gavin riesce ancora una volta a tessere una storia in cui protagonista è la sofferenza familiare, questa volta però evita i vari punti negativi visti in Pride and Glory riuscendo a tirare da Warrior soltanto le migliori emozioni, odio, sofferenza, amore, perdono e orgoglio per un trionfo emozionale senza precedenti.
Il cast è il pilastro principale del film, Tom Hardy, Joel Edgerton e Nick Nolte hanno il merito di elevare la qualità di una grande storia ai massimi livelli.
Nick Nolte ha una carriera alle spalle veramente invidiabile, ma non per questo in età avanzata tende a sedersi sugli allori, sceglie i suoi film con cura come in questo caso riescendo con maestria ad interpretare un personaggio sofferente e legato al perdono dei figli che tarda sempre ad arrivare.
Se due attori ad Hollywood hanno una strada in discesa verso la gloria questi sono Tom Hardy e Joel Edgerton, il primo è entrato nelle grazie di Christopher Nolan con i capolavori Inception ed il prossimo Cavaliere Oscuro – Il Ritorno; in Warrior interpreta un uomo pieno di rabbia in corpo, la sua passione riesce a prendere il cuore dello spettatore in modo cosi intenso da portare qualche piccola lacrima anche ai più forti di carattere.
Per Joel Edgerton invece c’è da sottolineare la sua grandissima maturità da attore oramai affermato nonostante i suoi pochi ruoli in questo inizio di carriera, le difficoltà economiche e l’odio verso il padre nel film tendono a rendere il suo personaggio molto difficile da interpretare, ma per lui sembra un gioco da ragazzi.
Un punto da sottolineare è la realisticità di un mondo come quello delle arti marziali che in Warrior prende un importanza mediatica senza precedenti, nella realtà il Wrestling ha nell’aspetto mediatico la sua principale attrazione, ma come tutti sappiamo si tratta di finzione e non di combattimento reale.
In Warrior il torneo “Sparta” porta una crudeltà che purtroppo poche volte è sottolineata dai media, esistono infatti alcuni tornei come questo che possono esistere soltanto clandestinamente con conseguenze per i partecipanti inimmaginabili, a questo proposito Gavin ha il merito di portare questa crudeltà agli occhi di tutti evidenziando anche gli aspetti umani dei partecipanti.
In conclusione Warrior merita le luci della ribalta, è un gran film per tutti, il dramma familiare inserito nella storia riesce a colpire il cuore con la sua crudeltà prima e tenerezza poi.
A mio modesto parere credo che questo film dovrebbe avere qualche sorta di occasione per partecipare agli Oscar 2012.

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