Warrior: la recensione di rocken
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Warrior: la recensione di rocken

Warrior: la recensione di rocken

Due figli la cui adolescenza è stata deturpata dal padre alcolizzato re incrociano il proprio destino dopo tanti anni vissuti nelle difficoltà tra perdita della propria madre, impossibilità di dirle addio, dura vita militare, difficoltà economiche che rischiano di vanificare i risultati concreti guadagnati col sudore della fronte di gran parte della propria vita.
Con un fulcro del genere questo film catapulta lo spettatore nel suo mondo, stravolge il suo status quo emotivo per poi lasciarlo andar via completamente rapito ed estasiato.
Le tematiche affrontate, il tono a loro dato, le sfumature prese qui e la con lo scorrere dei minuti fanno guadagnare alla pellicola un livello di spessore all’interno del cinema che conta.
La storia è di quelle difficili e il modo di raccontarla è allo stesso tempo delicato e struggente, un binomio che non può lasciar indifferente chi sta a guardare inficiando in lui passione e motivazioni.
Rancore, desiderio di rivincita, volontà di guadagnarsi il perdono e rimediare ai propri errori, sacrificarsi per chi si vuole bene, profondo affetto verso un familiare e chi gli è amico, risentimento verso chi ha reso difficile il suo sentiero di vita sono gli aspetti sui cui viene dedicata l’attenzione e verso cui importanti spunti e analisi vengono proposti; un padre ex alcolizzato che non si da pace e vive nel dolore gli sbagli commessi nel passato e che non si arrende nei tentativi di porre rimedio ai passi falsi compiuti in famiglia mettendo da parte il proprio orgoglio pagando il prezzo di vedersi schizzare in viso il per niente comprensivo sfogo dei figli ed è disposto ad accettarlo perché il bene che gli vuole va oltre ogni altra cosa; un figlio che dopo aver abbandonato la sua famiglia con la madre per sfuggire alle angherie del padre e vivere nel dolore per esser stato a suo vedere abbandonato dal fratello maggiore affronta tante situazioni a dir poco complicate tra morte della madre, vita militare, perdita di un amico in guerra e tentativi di dar sostenere materialmente moglie e figli di questi; un altro figlio che decide di non seguire una parte della famiglia in fuga per legare definitivamente la propria esistenza alla futura madre dei propri figli e che dopo una vita di lavoro lacrime e sangue e speculativi consigli poco etici vede passare sulla lama di un ingiusto rasoio i pochi traguardi materiali raggiunti; l’occasione per tutti di ritrovarsi e trovare una soluzione ai propri mali è dato da un torneo di mma in cui ognuno di essi ricoprirà il ruolo che il proprio cuore gli porta a sentire di ricoprire.
Nota di merito va riconosciuta a Nick Nolte per l’aver sfoggiato senza soluzioni di continuità un’interpretazione che colpisce drasticamente e empaticamente per gli altissimi picchi toccati e che pone all’attenzione di tutti un talento che è ora che venga ricompensato con quella tanto rinomata statuetta d’oro.

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