Andare in un locale per rimorchiare, e svegliarsi la mattina dopo a letto con uno sconosciuto. Due caffé, i riti mattutini, e la magia è che in verità ti sembra di conoscerlo da una vita, e questo nonostante si riveli praticamente l’opposto di te.
Russell è riservato, malinconico e sognatore; Glen invece è estroverso, attivista, cinico. Il primo ha paura persino di tenere la mano in pubblico al proprio partner, mentre il secondo si diverte a parlare di sesso a voce alta nei locali, disturbando i presenti. Due personalità che diventano automaticamente due forme diverse di affrontare la vita e la propria omosessualità, e la cosa è proprio questa: i nostri ragazzi saranno anche opposti, ma in verità si completano a vicenda come anime affini, come se le mancanze dell’uno fossero colmate dall’altro.
Parlano tanto tantissimo, e in un certo senso viene in mente Prima dell’alba di Richard Linklater, ma con più sesso. Guai però a ritenerlo un film verboso: a contare, qui, sono anche (e soprattutto) gli sguardi, i silenzi, i baci improvvisi, i piccoli cenni colti con delicatezza dall’obiettivo di Andrew Haigh. Corpi che si avvicinano intrecciandosi, occhi che cercano di esplorarsi, forse commossi ma anche un po’ impauriti. Chi ha visto il successivo film del regista, 45 anni, ne riconoscerà diversi tratti analoghi, ma lì abbiamo assistito alla completa maturità di un cineasta padrone del suo stile, e, ormai lo sappiamo, per essere veramente romantici bisogna anche essere un po’ immaturi, e sotto questo punto di vista, Weekend gode di una freschezza e una spontaneità che lo rende un’opera decisamente più calorosa, per non dire toccante.
Haigh svela il suo lato sentimentale, ma non lo urla mai in faccia allo spettatore. Per citare uno dei protagonisti, non abbiamo «il momento da Notting Hill in cui ci si dichiara grande amore e poi tutti gli spettatori applaudono». L’empatia scorre con la naturalezza dei dialoghi, dei gesti, degli scontri che diventano legame. Nessuna eclatante dichiarazione, ma tanti piccoli attimi e un abbraccio decisivo che pare fermare il tempo. Complicità: il sogno di sempre.
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Mi piace: La spontaneità che non tralascia la dolcezza
Non mi piace: Purtroppo il film finisce
Consigliato a chi: Agli spettatori malinconici in cerca di un romance che predilige la genuina naturalezza all’enfasi, gli abbracci silenziosi ai ralenti
Voto: 4/5
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