Sono passati quasi 5 anni dal giorno in cui Guillermo del Toro, stringendo in mano l’Oscar per The Shape of Water sul palco del Dolby Theatre di Los Angeles, invitò tutti ad aprire la porta della fantasia e lasciare che entrassero i mostri. Un momento esaltante, topico ed un invito prontamente accettato. Dal MonsterVerse della Warner Bros al (si spera) redivivo Dark Universe della Universal, ora anche la Marvel ha deciso di lanciarsi in un incursione nel cinema di creature grazie a Werewolf by Night.
Già affollato di vari personaggi alieni e mitologici, dal 7 ottobre 2022 l’MCU è anche la casa di uno dei suoi personaggi storici più classici: introdotto per la prima nel 1972 e titolare di una run di fumetti da 32 numeri nel corso della quale ha fatto il suo esordio assoluto anche un volto già noto come Moon Night, Jack Russell / Licantropus (interpretato dal messicano Gael García Bernal) ha trovato la sua collocazione in un prodotto atipico per formato, durata e stile visivo.
In un singolo speciale da 50 minuti diretto dal compositore premio Oscar per Up Michael Giacchino, Werewolf by Night racconta dell’incontro segreto tra cacciatori di mostri, richiamati dalla promessa di ottenere il cimelio della famiglia Bloodstone dopo la morte del loro leader. Per meritarsi la ricompensa, devono cacciare e uccidere una terrificante creatura, ma è proprio tra di loro che si nasconde il più classico dei mostri: un lupo mannaro che ha intenzioni ben diverse.
Sin dall’impostazione, lo speciale vuole chiaramente omaggiare il filone che ha fatto le fortune della Universal dalla metà degli anni ’20 ai ’50: dal Dracula di Bela Lugosi al Mostro di Frankenstein di Boris Karloff, la major creò uno dei primi universi narrativi condivisi in grado di far interagire tra loro personaggi e attori, un antesignano MCU estremamente riconoscibile per contenuti e stile.
Michael Giacchino ha provato a mutuarlo in tutto e per tutto: dall’uso del trucco prostetico alle ambientazioni, fino al tipo di fotografia e di suono, Werewolf by Night è un evidente omaggio al più classico dei generi, ma non disdegna anche di buttare uno sguardo alla sua evoluzione, come dimostra per esempio qualche elemento splatter più vicino ai film della Hammer che dagli anni ’50 hanno raccolto il testimone della Universal.
Non solo: il breve racconto di Licantropus è perfettamente in linea con il cuore stesso dei monster movie, ovvero la messa in scena di un meccanismo allegorico di reciproco riconoscimento tra uomo e mostro. L’incontro-scontro tra umani e creature fa quasi sempre emergere punti di contatto e differenze, spesso ribaltando i rapporti di moralità e rendendo molto più facile stabilire un legame empatico con la bestia, piuttosto che con l’essere umano. È un meccanismo riproposto da gran parte della letteratura di genere e che continua a trovare una ricca espressione anche nella settima arte – come dimostra per esempio la carriera di Guillermo Del Toro.
L’emblema di questo tipo di approccio non è rappresentato solo dalle azioni di Licantropus, ma anche dall’idea alla base di un altro personaggio introdotto nello speciale, ovvero l’Uomo Cosa. Le caratteristiche stesse della creatura introdotta in Savage Tales del 1971 sono un il trionfo dell’anti-eroismo mostruoso: «Chiunque conosca la paura brucia al tocco di Man-Thing» è la frase che accompagna la creatura, tanto spaventosa quanto portatrice di un valore di giustizia talmente elevato che il suo potere gli permette letteralmente di bruciare chiunque sia colpevole.
Werewolf by Night introduce tutti questi elementi e lo fa con estrema coscienza del genere di riferimento, in uno speciale diverso per toni e prospettive in grado di esaltare soprattutto i fan di questo tipo di racconto. Gli stessi, ora giustamente potrebbero invocare ulteriori sviluppi: Licantropus e Man-Thing, notoriamente, hanno fatto parte del gruppo I Figli della Mezzanotte. Se solo ci fosse un Blade nell’universo Marvel ad accompagnarli, vero?
Foto: MovieStills
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