World War Z: la recensione di Giorgio Viaro
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World War Z: la recensione di Giorgio Viaro

World War Z: la recensione di Giorgio Viaro

Ci sono idee che, solo a pensarle, fanno sorridere. Un cartoon della Disney vietato ai minori. Un porno per famiglie. O un film di zombie per tutti.
In quest’ultima categoria cade invece, un po’ a sorpresa World War Z, action-horror in cui l’orrore resta sulla carta, sostituito da abbondanti dosi di suspance: si fa il possibile e l’impossibile per lasciare la violenza fuori dall’inquadratura e non cade una sola goccia di sangue per tutto il film. Sono le regole dei blockbuster che superano il doppio zero, quando si parla di milioni di dollari: da questo conflitto ovvio e irrisolvibile tra intenzioni produttive e materiale di partenza, sono nati probabilmente gli infiniti ripensamenti che hanno portato a rigirare intere sezioni del film.
Era quindi plausibile aspettarsi un’opera spezzettata e incoerente, come accaduto lo scorso anno con il micidiale Dream House (rinnegato dai suoi interpreti, Daniel Craig e Rachel Weisz), e invece World War Z ha una sua dignità efficiente, da vecchia giostra, come quei tunnel dell’orrore in cui entri sapendo che caccerai qualche urlo, ma anche che tuo nipote, lì a fianco, non rimarrà traumatizzato a vita.

World War Z  è così: innocuo e divertente. Sembra L’alba dei morti viventi di Snyder, normalizzato dal buon senso e impreziosito dall’occhio hitchcockiano di Shyamalan. Una specie di caccia al tesoro (il tesoro è il vaccino contro l’epidemia-zombie) in giro per i continenti dove ogni fermata è un indizio, e a ogni indizio segue un buon quarto d’ora di mattanza. Non pretende di essere “adulto” nell’accezione ormai nolaniana del termine, ma si dimostra tale nel modo in cui abbina l’estetica dominante del verosimile (pure quella nolaniana) al buon senso di non prendersi troppo sul serio.
Di Brad Pitt che vuoi dire? E’ bravo, bello e simpatico, sceglie spesso i film giusti, e da queste parti quasi lo preferiamo a Di Caprio, che sembra sempre farti pesare la sua bravura, e pure a Tom Cruise, che sembra sempre farti pesare il suo entusiasmo attoriale e produttivo: dei due è ormai un ibrido. Intorno c’è una squadra di caratteristi con i fiocchi, tra cui il grande David Morse, in un ruolo che fa tornare in mente L’esercito delle 12 scimmie, e il nostro Pierfrancesco Favino, che ha una parte sostanziosa e la porta a casa senza problemi. Promosso lui, promosso il film, e una pacca sulle spalle a entrambi.

Leggi la trama e guarda il trailer del film

Mi piace
Suspance a secchiate, grande divertimento

Non mi piace
Orrore all’acqua di rose: niente sbudellamenti romeriani. Giusto perché lo sappiate

Consigliato a chi
Ama i blockbuster che si prendono sul serio, ma senza esagerare

Voto: 4/5

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