X-Men: L'Inizio: la recensione di Parker85
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X-Men: L’Inizio: la recensione di Parker85

X-Men: L’Inizio: la recensione di Parker85

X-men l’ inizio è un lungometraggio da apprezzare per più di un motivo, ma al contempo è un film che, nella fattispece, delude e lascia perplessi per altrettanti motivi: tante le cose buone che vengono imbastite con intraprendenza in questo prequel, ma molte, forse troppe, le incomprensibili incongruenze non solo riferite alla controparte cartacea ma, sopratutto, rispetto alla precedente trilogia, a cui va aggiunto necessariamente anche lo spin-of di Wolverine;
Buone, anzi ottime, le premesse derivanti dalla scena iniziale che riproduce fedelmente le primissime battute del capostipite del 2000 diretto da Brian Singer; difficile capire se scelta voluta oppure casuale ma, di fatto, entrambi i lungometraggi viaggiano su percorsi analoghi nell’ introduzione delle vicende: tanti personaggi presentati singolarmente da sequenze di breve durata per ognuna, per poi far confluire l’ attenzione nel personaggio attorno al quale, di fatto, si svilupperà l’ intera vicenda: così come fu per Wolverine nel primo capitolo (ed ancora di più nel secondo) così lo è per Magneto in quest’ ultimo, dacchè si percepisce immediatamente che la sua origine e la sua evoluzione saranno il filo conduttore della storia.
Ed ecco che arrivano le note che stonano: vengono presentati, in un caso, personaggi privi di spessore, gettati nel mucchio senza grosse pretese (cosa che, è lecito pensare, accade in tutti i film action, anche i quelli un po’ più sopra le righe) e nel secondo caso vengono introdotti characters che sì hanno una certa profondità, ma non dovrebbero avere determinate caratteristiche o, in certi casi, addirittura trovarsi lì;
per entrare nello specifico:
Havock, ovvero Alex Summers, è il fratello minore di Scott (Ciclope), non è quindi giustificabile la sua presenza in quel contesto dato che Ciclope non solo è presente nei primi tre x-men, ma nello spin-of di Wolverine assistiamo alla cattura di un giovane Scott Summers per mano del colonnello Striker e Victor Creed;
Emma Frost, comparsa (guarda caso) anch’ ella nel film su Wolverine, nel quale gli sceneggiatori addirittura si inventavano che era la sorella minore di Kayla Silverfox, il primo amore di Logan; inoltre, passi il potere di assumere forma adamantina (nei fumetti concezione piuttosto recente, manifestatasi come mutazione secondaria) ma per nulla d’ accordo con le capacità mentali che dimostra, essendo sempre stata una telepate di livello basso, qui addirittura entra in testa a Xavier…
Angel, controverso personaggio puramante marginale e privo di spessore (nei comic books nasce e muore in una manciata di mesi di pubblicazioni e, più che altro, viene ricordata per la relazione col mutante Becco, coronata dall’ arrivo di una nidiata di figli); ovviamente peronaggio troppo recente per appartenere alla prima vera firs class, in questo caso viene buttata nel mucchio solamente per infoltite il numero;
Darwin, personaggio anch’ egli di origini piuttosto recenti, (tutt’ ora nei comics militante nella nuova x-factor capitanata dall’ uomo multiplo Madrox) i cui poteri sono qualcosa di eccezionale, forse uno dei migliori characters mai concepiti che, però, nel film viene liquidato in modo ridicolo e frettoloso (basti pensare che nelle storie a fumetti ne ha sopportate di peggio senza riportare mai grossi danni);
Azazel, neanche un mutante ma un demone (della stregua di Belasco o Mefisto) entrato in scena e scomparso in un solo ciclo di storie, a cui si imputa (nei fumetti) la paternità di Nightcrawler per effetto dell’ unione con Mystica;
Okay, probabilmente è una ricerca del pelo nell’ uovo, però passi un giovane (troppo giovane) Xavier che insegna a Magneto come padroneggiare i suoi poteri (…), passi un ennesimo colonnello Striker negli uffici dello stato maggiore della Cia interpretato da un attore diverso e più vecchio dei precedenti due ed essendo il film ambientato prima di ciascuno direi che non è male (utilizzare Danny Huston o Brian Cox no?), passi il lo strapotere di Sebastian Shaw, che nei fumetti converte qualsivoglia energia in massa e forza fisica ma in questa incarnazione è a livelli semidivini, passi anche il modo ignobile in cui viene invalidato Xavier (sopratutto rispetto come narrato decenni or sono nei comics, ovvero per mezzo del villain Lucifer) ma, alla fine di tutto, vedere Charles sulla carrozzina in dolce compagnia di Moira McTaggart quando precedentemente, sul finale di Wolverine vediamo apparire il vero Charles Xavier (impersonato dal suo storico attore, Patrick Stewart) che appare ai ragazzi in fuga calvo e camminando per mezzo dei propri arti inferiori (e dubito che fosse solo un cameo) si rischia veramente un calcio alla continuty cinematografica…a poco servono le brevi (ma ben accette) apparizioni di Hugh Jackman e Rebecca Romijn-Stamos nel corso del film.
Tanti errori a mio giudizio, che siano voluti o meno rimangono sempre tali, e macchiano un film che comunque resta più che godibile oltre che assolutamente valido (a parte qualche notevole sbavatura negli effetti visivi di qualche scena d’ azione, prima fra tutte quella tra Banshee ed Angel) e dispone di interpretazioni di medio-alto livello tra cui spiccano quella del tedesco Michael Fassbender, oltre che del talentuoso James McAvoy e di Kevin Bacon che sa sempre il fatto suo; un film che, purtroppo, per essere apprezzato maggiormente (o totalmente) impone allo spettatore il non aver visto i precedenti quattro capitoli sui figli dell’ atomo…

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