Mavis Gary (Charlize Theron) era la reginetta di bellezza del liceo. Usciva con il capitano della squadra di football e faceva morire di invidia le sue coetanee. Oggi, invece, è una scrittrice di romanzi per ragazzi con un matrimonio fallito alle spalle, il frigo sempre vuoto e una pericolosa dipendenza da Diet Coke. Stressata, malinconica, legata solo al barboncino che si trascina dietro in valigette color confetto, combatte lo stress strappandosi ciuffi di capelli dorati dalla nuca. L’unico vero motivo d’orgoglio è l’essersi lasciata alle spalle la provincia senza sbocchi e aspirazioni in cui è cresciuta, quell’appartamento di città che si è guadagnata. Ma quando nella casella di posta elettronica gli arriva la foto del primogenito dell’ex-fidanzato (Patrick Wilson), decide che il suo futuro, il solo possibile, è tornare al vecchio quartiere per riprenderselo…
Young Adult è un film piccolo ma prezioso, perché restio ai compromessi. Anzi, è talmente amaro – a tratti respingente – che se non si fossero innamorati del progetto un regista come Jason Reitman (Juno, Tra le nuvole) e un’attrice come Charlize Theron (all’interpretazione migliore della sua carriera), grandi talenti con un buon potere produttivo, è difficile pensare che sarebbe venuto così com’è. Diablo Cody, l’ex spogliarellista già premio Oscar per il copione di Juno, ha scritto il ritratto – a forte sospetto di autobiografia – di una donna di successo ma in disarmo, che ha compiuto una scalata sociale e professionale usando la testa e il fisico, per poi scoprire una vetta di glorie miserabili e solitudine. Il film parte da qui per dimostrare, passo dopo passo, che l’alternativa alla depressione – il ritorno alla vita di provincia, al fidanzato della scuola, alla genuinità tutta ipotetica della vita di paese – non è affatto un’alternativa, ma solo un’utopia fuori tempo massimo. E che l’umiliazione dei propri desideri in certi casi è inevitabile ma salutare, perché permette di fare ordine tra passato e presente, tra aspirazioni e reali necessità.
Il limite del film, orgogliosamente povero nella messa in scena, è purtroppo nella mancanza di svolte improbabili. Nel senso che il racconto procede a tappe esattamente come ci si aspetta fin dall’incipit, ancor più lineare del precedente Tra le nuvole, e per giunta senza alcun colpo di coda finale. E tuttavia bastano il corpo e il volto della Theron – e del suo dirimpettaio spirituale e confidente Patton Oswalt, ex-compagno di classe che dalla vita non ha avuto nulla e tuttavia cammina a testa alta – diversamente magnifici e (di)sgraziati – per riempire di senso e pathos il racconto. Quando la bionda attrice sudafricana sospira e sgrana gli occhi verdi di fronte a una promessa d’amore che tutti sappiamo non sarà rispettata, il colpo al cuore arriva dritto e forte.
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Mi piace
Charlize Theron non è mai stata così brava: a tratti vorresti alzarti in piedi ad applaudire
Non mi piace
Nessuna sorpresa, dall’inizio alla fine
Consigliato a chi
A chi ama il cinema malin-comico di Jason Reitman
Voto: 4/5
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