Un mito, si sa, non muore mai e tantomeno se è un’icona horror che ha fatto la storia del cinema: Freddy Krueger è tornato, con 26 anni di meno che lo riportano alle origini dell’incubo firmato da Wes Craven nel 1984. Ed è pronto a dare il peggio di sé in quello che più che un remake è una rivisitazione della storia che, a fronte delle 15 sceneggiature stese, dà nuova complessità al personaggio prendendo spunto da elementi che a suo tempo Craven fu costretto a lasciare sul copione per farne una maschera spaventosa senza alibi. Qui invece, nella rilettura che il re dei blockbuster Michael Bay ha affidato a Samuel Bayer (48enne newyorkese formatosi a suon di videoclip), Freddy viene dipinto alla luce di elementi introspettivi che vanno alla genesi del mostro facendo sorgere perfino il dubbio di una condanna ingiusta da parte di quei genitori che, gareggiando con lui in quanto a brutalità, non esitarono a bruciarlo vivo per vendicarsi degli abusi sessuali compiuti sui loro figli. Già, perché qui la storia riparte da quando nel cortile della scuola di Springwood si aggirava ancora un uomo che nascondeva la sua anima nera dietro a un ruolo, quello di bidello-giardiniere, che dovrebbe ispirare candore e fiducia. E ci riporta alle radici della sua follia: «Stavolta approfondiamo molto di più il passato del personaggio – sottolinea il regista Bayer – dandogli una nuova complessità. So che ci sono elementi della trama ispirati ad altri episodi, ma il riferimento principale è il primo film reimmaginato: di fatto, torniamo indietro nel tempo». Di qui la ricostruzione del mito, che in un film dal look molto più “stiloso” dell’originale depone la facile ironia a vantaggio di «un umorismo proveniente da sentimenti realmente cattivi» come nota il co-produttore Brad Fuller. Del resto, dopo essere stato bruciato vivo Freddy qualche motivo di rancore ce l’ha, ed è pronto a scatenarlo diventando, ad anni di distanza, il peggior incubo (proprio il caso di dirlo) delle sue vittime ormai adolescenti. Così il sonno comincerà a diventare fatale per un gruppo di ragazzi che, cercando un motivo per morti inspiegabili, scopriranno di essere accomunati da un’infanzia trascorsa nello stesso asilo, sotto le “attenzioni” di un bidello che ha lasciato il segno. Ma a dargli il volto per la prima volta dopo otto apparizioni non è più lo storico Robert Englund: il suo viso ormai era troppo iconico e per questo “new beginning” Michael Bay (che con gli aggiornamenti horror ha già dimostrato di saperci fare, vedi i successi degli ultimi Non aprite quella porta e Venerdì 13) ha voluto che il terrore avesse sembianze inedite. E così ad indossare la maschera, dopo che in un primo momento sembrava cosa fatta con Billy Bob Thornton, è oggi Jackie Earle Haley (il Rorschach di Watchmen), che ha sentito il personaggio talmente suo da improvvisare spesso sul set per aumentare il disagio delle sue “vittime”. «È un Freddy completamente nuovo» come rimarca lo sceneggiatore Wesley Strick, ma costruito nello scrupoloso rispetto delle sue icone: le terrificanti cicatrici, il leggendario maglione a strisce rosse e verdi, il cappello Borsalino consumato dagli anni e, of course, l’immancabile guanto artigliato (l’oggetto più protetto sul set, visto che durante le riprese di Nightmare del 1984 ne fu rubato uno che poi fece la sua apparizione ne La casa 2 di Sam Raimi). Che sembra destinato a far scorrere sangue a lungo, visto che è già stato annunciato il sequel. Perché se i sogni muoiono all’alba, gli incubi a volte ritornano. Specialmente a Elm Street…
Regia: Samuel Bayer
Interpreti: Jackie Earle Haley, Kyle Gallner, Rooney Mara,Thomas Dekker
Trama: Dopo essere stato bruciato vivo da un gruppo di genitori che l’accusavano di abusi sui loro figli, il bidello Freddy Krueger torna a perseguitare le sue vittime dal mondo degli incubi.
Online: wwws.warnerbros.it/nightmareonelmstreet
La scheda è pubblicata su Best Movie di agosto a pag. 90
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