Oggi pubblichiamo la quarantaduesima puntata del nostro approfondimento sulla storia degli Effetti speciali al cinema, con cui ripercorriamo alcuni dei momenti più memorabili passati sul grande schermo.
Il terzo millennio ha visto prendere vita sul grande schermo colossali produzioni che hanno sfruttato al massimo tutti i progressi raggiunti dall’industria degli effetti speciali, raggiungendo risultati fino a qualche anno prima impensabili. Su tutte, citiamo le saghe di Pirati dei Caraibi con le star Johnny Depp, Orlando Bloom e Keira Knightley, Transformers, con Shia LaBeouf e Megano Fox, e Il cavaliere oscuro di Christopher Nolan che hanno spinto sull’acceleratore della computer grafica dando vita a scenari spettacolari e personaggi incredibili, pur rimanendo, per una certa parte delle riprese, all’interno degli studi di posa. È importante dire però che CGI e motion capture non hanno completamente rimpiazzato gli effetti più “classici” messi in atto direttamente sul set. Basti pensare che nel primo Transformers è un vero pullman quello che si spezza in due durante un inseguimento, e, analogamente, è un vero camion quello che si ribalta per le strade di Chicago ne Il cavaliere oscuro. Una perfetta integrazione di live action e CGI che ha contribuito a fare di questi franchise dei blockbuster da record. Per dare un’idea delle dimensioni di questi fenomeni è sufficiente citare qualche cifra: i primi tre capitoli dei Pirati dei Caraibi (usciti tra il 2003 e il 2007) hanno incassato la bellezza di 2,6 miliardi di dollari nel mondo, a fronte di 665 milioni di dollari di budget stimato (dati ImdbPro). Nel caso di Transformers invece l’incasso cinematografico dei primi due capitoli (usciti nel 2007 e nel 2009) è stato di 1,5 miliardi di dollari a fronte di un budget di 350 milioni di dollari. Ancora più eclatante il risultato de Il cavaliere oscuro che con 185 milioni di dollari di budget ha portato a casa oltre 1 miliardo di dollari da solo. Quest’ultimo è stato realizzato con la tecnologia IMAX, ovvero un sistema che consente di riprendere e proiettare le immagini a una dimensione e risoluzione maggiore (uno schermo standard IMAX corrisponde a 22 m x 16.1 m).
Di seguito qualche clip di questi blockbuster ad alto tasso di effetti speciali:
Pirati dei Caraibi
Dietro ai prodigi della saga prodotta da Jerry Bruckheimer e dalla Walt Disney Pictures c’è la mitica Industrial Light & Magic di George Lucas. Tra i personaggi e le scene più incredibili realizzati da quest’ultima c’è la ciurma di pirati-scheletri che nel primo capitolo prende vita sotto la luce della luna piena, che fu realizzata con la tecnica del motion capture (gli attori recitano davanti a un green/blu screen con sensori che registrano i loro movimenti che poi vengono utilizzati per i loro alterego digitali).
Il tentacolare Davy Jones
Anche il personaggio di Davy Jones richiese un enorme sforzo digitale. Inizialmente furono disegnate semplici protuberanze sul suo mento poi sostituiti dai viscidi tentacoloni. L’attore che lo interpreta, Bill Nighy, ha dovuto indossare per tutte le riprese una tuta con i sensori del motion capture, come mostra la clip che potete vedere qui sotto. Nighy utilizzava anche un particolare trucco intorno agli occhi e alla bocca per facilitare il lavoro degli animatori in fase di post-produzione. In una sola scena l’attore indossò una maschera: quella in cui Will (Orlando Bloom) gli ruba la chiave da sotto i tentacoli nel secondo capitolo, Il forziere fantasma.
La creazione di Davy Jones
Il Maelstrom
Imponente anche la realizzazione del duello finale nel maelstrom (il gorgo marino) tra la Perla Nera e L’olandese volante, per la quale sono stati arruolati circa 600 addetti per la costruzione del set e tre mesi di riprese effettuate davanti a unBlue Screen all’interno di una vecchia fabbrica nella periferia di Los Angeles. Anche gli sfondi della tempesta, e del vortice sono stati creati in CGI e inseriti in post-produzione.
Il maelstrom
Transformers
Fu lo stesso Steven Spileberg, produttore della pellicola, a incoraggiare il regista Michael Bay a utilizzare la CGI solo per i robots e gli sfondi delle scene d’azione. Secondo Spielberg infatti era importante rendere più realistico ed emozionante il film usando veri incidenti ed esplosioni. Tre quarti degli effetti speciali del film furono realizzati dalla Industrial Light & Magic, mentre il resto dalla Digital Domain. La ILM impiegò circa 6 mesi nel 2005 per le animazioni computer generate, curando ogni cm quadrato dei modelli di auto dei transformers. E fu per volere di Michael Bay che le trasformazioni furono realizzate sullo stile del “Cubo di Rubik”, cioè con una sorta di scatti meccanici e non in modo fluido. Un lavoro così complesso e minuzioso che richiese ai tecnici della ILM circa 38 ore per renderizzare un solo frame.
Inseguimenti e esplosioni reali sul set di Transformers
Cavaliere oscuro
Il ribaltamento del camion (minuto 1:05)
Tornate a trovarci per la quarantatreesima puntata di Cinema ad effetto
Vai all’elenco di tutte le puntate
Leggi la puntata precedente Nei bassifondi di Sin City