Oggi pubblichiamo la quattordicesima puntata del nostro approfondimento sulla storia degli effetti speciali al cinema, con cui ripercorriamo alcuni dei momenti più memorabili passati sul grande schermo.
Saltare dentro un quadro disegnato sulla strada, ballare con un quartetto di pinguini animati, montare in sella a colorati cavallini di una giostra e partecipare a una caccia alla volpe per le campagne inglesi. Sono passati più di 40 anni, ma queste immagini restano vivide nella mente a chiunque abbia visto almeno una volta Mary Poppins (1964). Il film fu tra i primi fortunati esperimenti di lungometraggi in cui Disney mescolò live action e animazione, spianando la strada ai futuri Roger Rabbit & co. Indimenticabile la scena in cui la celestiale governate, interpretata da una Julie Andrew da Oscar, attraversa il fuligginoso cielo londinese aggrappata al suo ombrello parlante. Un prodigio reso possibile dalla tecnica del matte painting (integrazione di uno scenario dipinto o fotografato con la scena in live action): la stessa che aveva accompagnato Dorothy lungo la strada del regno di Oz (che vi abbiamo raccontato nella sesta puntata) e che fa qui un enorme balzo avanti. Incredibile osservare la sincronia raggiunta tra l’azione degli attori in carne ed ossa e le animazioni in un periodo in cui tutto era affidato alla paziente abilità di disegnatori che armati di tecnigrafo retroilluminato riempivano i loro flip-book (album di fogli semitrasparenti) e li sincronizzavano appunto con i frame delle immagini girate in live action. Qualche anno dopo sarebbe arrivato il computer a facilitare le cose…
La lungimirante scelta di Disney di investire sullo sviluppo degli effetti speciali dedicandogli un intero ramo di ricerca si dimostrò quindi vincente regalando alla casa di Topolino cinque premi Oscar (tra cui proprio quello agli effetti speciali) e un successo che arriva fino ai nostri giorni.
Mary Poppins – Il ballo dei pinguini
Entrati per magia dentro a uno dei dipinti fatti su strada da Bert (Dick Van Dyke), Mary Poppins (Julie Andrews) e lo stesso Bert si intrattengono con un gruppo di pinguini ballerini. Una delle tante scene in cui il live action si mescola con l’animazione realizzata grazie a un’evoluzione del matte painting, tecnica molto usata fino all’avvento del computer.
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