Cinema ad effetto: Spider Man tesse la sua "tela digitale" (Puntata 39)
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Cinema ad effetto: Spider Man tesse la sua “tela digitale” (Puntata 39)

Il supereroe di casa Marvel incontra il suo alter ego digitale nella trilogia firmata Sam Raimi in cui la computer grafica la fa da padrona e il tasso di spettacolarità sale alle stelle e scala i grattacieli...

Cinema ad effetto: Spider Man tesse la sua “tela digitale” (Puntata 39)

Il supereroe di casa Marvel incontra il suo alter ego digitale nella trilogia firmata Sam Raimi in cui la computer grafica la fa da padrona e il tasso di spettacolarità sale alle stelle e scala i grattacieli...

Oggi pubblichiamo la trentanovesima puntata del nostro approfondimento sulla storia degli Effetti speciali al cinema, con cui ripercorriamo alcuni dei momenti più memorabili passati sul grande schermo.

Vedere Spider Man (Tobey Maguire) lanciarsi e arrampicarsi tra i grattacieli di New York e il Goblin (Willem Dafoe) surfare nel cielo. La sfida lanciata da Sony a Sam Raimi nel 2001 non era certo una passeggiata già nelle sue premesse.
Per rendere omaggio al mitico super eroe Marvel e dargli il degno benvenuto nel terzo millennio il regista de La casa decise così che era tempo di affidarsi alle nuove tecnologie messe a disposizione dalla rivoluzione digitale.
Se nel 1977 infatti l’eroe in calzamaglia era apparso sul piccolo e sul grande schermo armato di una tela di canapa e gattonando per terra (per fingere l’arrampicata verticale sui palazzi, simulata girando la telecamera), a 24 anni di distanza le armi a disposizione dei registi erano ben più evolute. Lo sapevano bene Sam Raimi e il supervisore degli effetti speciali John Dykstra, che per il loro film si affidarono largamente alla computer grafica . La complessità delle scene di “balletti nel cielo” dell’Uomo Ragno, come lo stesso Raimi li definiva, fece lievitare il budget del film, inizialmente stanziato sui 70 milioni di dollari e arrivato a toccare i 139 milioni circa.
Un’altra difficoltà fu per Raimi e per la squadra di animatori digitali mantenere alto il livello di realismo e la “caratterizzazione” del protagonista anche quando sullo schermo a muoversi era il suo alter ego digitale. Il risultato però fu talmente buono che quando i produttori esecutivi videro le scene per la prima volta credettero si trattasse di live action. La tecnica impiegata per dare vita al personaggio di Spider Man mentre vola tra i grattacieli e compie le sue acrobazie fu quella – inaugurata da James Cameron in Titanic – della motion capture, per la prima volta usata in maniera così massiccia in un film. Nonostante l’incredibile realismo ottenuto è importante dire che Sam Raimi volle che nessuna scena fosse realizzata al 100% in CGI.

Le Torri Gemelle spariscono dal film

A complicare le cose per i tecnici della CGI furono i colori dei costumi di Spider Man e del Goblin che dovettero essere ripresi separatamente: il primo davanti al greenscreen e il secondo davanti al bluescreen, poiché sugli sfondi dei rispettivi colori sarebbero altrimenti “spariti” in fase di post produzione. Dal momento che il film era stato girato poco prima del tragico 11 settembre 2001 si decise di rimuovere le Torri Gemelle dalla scene in cui comparivano. Operazione agevolata anche in questo caso dall’impiego del digitale. A testimonianza di ciò circola ancora in Rete un primissimo trailer in cui le Torri svettavano ancora con tanto di ragnatela nel mezzo (potete guardarlo qui sotto).

Il treno in corsa e l’uomo di sabbia

Il successo del film (821 milioni di dollari incassati nel mondo) portò Sony a puntare dritto verso il secondo e poi il terzo film. In entrambi i casi furono fatti progressi nel campo delle tecnologie digitali che contribuirono a fare il bis e il tris di successi ai botteghini. Nel secondo Spider Man tutti i fondali e i grattacieli di New York furono realizzati in digitale, dal momento che una legge post 11 settembre aveva vietato la possibilità di effettuare riprese aeree in città, com’era accaduto invece per il primo film. Memorabile la scena di combattimento tra Spider Man e Octopus (Alfred Molina) sul tetto del treno in corsa considerata la più complessa da girare di tutta la saga fino a quella della “nascita dell’uomo di sabbia” vista nel terzo film. Per realizzarla Raimi e il suo team dovettero superare i limiti fino ad allora conosciuti nel campo del CGI. «Ogni volta dobbiamo sviluppare i mezzi per creare l’illusione e controllare che siano pronti entro la fine delle riprese», ha spiegato Sam Raimi. «Nessuno aveva mai manipolato milioni di granelli di sabbia», ha commentato il producer Grant Curtis, supportato dal producer Avi Arad, convinto che: «La nascita dell’uomo di sabbia è una delle scene più incredibili nella storia del cinema».

Seppur a farla da padrona sia stata la CGI, anche gli effetti speciali della vecchia scuola hanno avuto la loro parte nel film: basti pensare che per il costume e il trucco di Venom venivano impiegate 5 ore di lavoro ogni giorno…

Il trailer di Spider Man in cui si vedevano ancora le Torri Gemelle

Spider Man 2 – La scena del treno

Spider Man combatte con Octopus sul tetto della metropolitana. intorno a loro una New York completamente ricostruita in digitale

Spider Man 3 – La nascita dell’uomo di sabbia

La scena più complessa dell’intera saga, a detta dei realizzatori. Il supercriminale William Baker (Thomas Haden Church) si trasforma nell’uomo di sabbia

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