Dopo l’edizione 2010 del SXSW Film Festival (evento dedicato al cinema, alla musica e all’interattività) che si tiene ogni anno in marzo a Austin in Texas, e dopo il ComiCon di San Diego, nel circuito indipendente ha cominciato a circolare con insistenza la notizia che Monsters, film diretto da Gareth Edwards (sconosciuto regista con all’attivo gli effetti speciali di qualche documentario per History Channel), fosse davvero qualcosa che meritava di essere visto.
La proiezione allo scorso Festival di Cannes ha confermato questa sensazione, tanto da far accostare il nome di Edwards a quello di Neill Blomkamp (District 9), più per la natura della produzione low budget e per il genere fantascientifico delle pellicole da loro dirette che per reali somiglianze legate alla trama degli stessi film.
Monsters si svolge sei anni dopo lo schianto di una sonda della NASA in America Centrale, evento che ha costretto a mettere in quarantena e isolare la metà del Messico al confine con gli Stati Uniti.
La sonda ha infatti riportato sulla Terra delle spore che, infettando gli alberi, danno vita a strani mostri che seguendo i fiumi raggiungono il mare per crescere smisuratamente e riprodursi. La pericolosità per l’uomo sta tutta nel fatto che questi esseri non risultano particolarmente amichevoli, più per spirito di sopravvivenza che per reale aggressività, e le autorità non sono ancora riuscite a venire a capo della faccenda. In questo scenario drammatico si muovono i protagonisti, un cinico reporter incaricato di riportare negli Stati Uniti un’apparentemente sprovveduta turista, in realtà figlia di un importante personaggio. I due vanno affrontano una serie di disavventure e, seguendo un copione rodato, passano attraverso un processo di “purificazione” dei loro demoni personali, finendo per innamorarsi.
Senza svelare troppo della trama, che in realtà non stupisce più di tanto, vale la pena soffermarsi sul modello di business seguito da Edwards che, a suo dire, ha speso solo 15.000 dollari per girare l’intero film in America Centrale, contando soltanto su due attori professionisti (i protagonisti Scoot McNairy visto in My name is Earl, The Shield, C.S.I., Bones e Whitney Able che ha avuto ruoli in Cold Case e C.S.I. New York) e su volontari locali, entusiasti dell’idea di partecipare a una produzione cinematografica.
E sono in molti, noi compresi, ad aver sgranato gli occhi di fronte a questa cifra che pare davvero inadeguata rispetto al prodotto.
Seguendo queste linee guida anticonvenzionali e un approccio minimalista, Edwards ha spostato il centro dell’attenzione della sua macchina da presa dai costosi effetti speciali, dalle esplosioni e dalle scene d’azione proprie del genere fantascientifico all’interazione tra i due protagonisti.
«Non abbiamo mai avuto una sceneggiatura propriamente detta», ha spiegato Edwards in un’intervista al sito dreadcentral.com. «Avevo solo due liste di appunti da cui prendere ispirazione per le riprese: le pagine nere erano quelle nelle quali avrei dovuto ottenere risposte emotive dai due protagonisti, mentre su quelle blu avevo segnato lo sviluppo della trama. Cercavo un senso di realismo estremo e non volevo solo due attori che recitano una parte scritta da un altro. Credo che questo approccio si sia trasferito in modo davvero speciale nel film».
Edwards ha poi elogiato eplicitamente Scoot McNairy e Whitney Able. «Sono così orgoglioso del lavoro dei miei attori in Monsters. È realmente il film di Scoot e Whitney. Ogni cosa che hanno fatto è risultata crda e organica come desideravo».
I mostri protagonisti del titolo si vedono poco, ma quando sono sullo schermo riescono a convincere appieno lo spettatore che potrebbe essere portato a pensare che siano stati realizzati da un nutrito team di designer e animatori, quando invece è stato lo stesso Edwards a occuparsene, sia per quanto riguarda la creazione sia per quanto attiene alla CGI, sfruttando l’esperienza fatta occupandosi degli effetti speciali computerizzati per i documentari di History Channel.
«Ho realizzato oltre 100 bozzetti per visualizzare cosa avevo in mente circa i mostri», racconta Edwards, «basati principalmente sulle ricerche fatte su una delle lune di Giove, Europa. Questa luna è composta di ghiaccio ma sotto la superficie si trovano oceani che potrebbero sostenere della vita simile a quella che abbiamo sulla Terra e la prima cosa che mi è venuta in mente sono state creature che ricordavano qualcosa proveniente dal mare, un’aragosta o una piovra. Ho optato per la seconda perché è una creatura meravigliosa eppure per certi versi inquietante allo stesso tempo».
Vedremo mai questo film in Italia? La realtà è abbastanza complicata e non è che per gli americani le cose siano andate molto meglio. All’inizio la pellicola è stata resa disponibile solo su iTunes e, in seguito, nel mese di ottobre, è stata proiettata in una serie di cinema americani selezionati dalla casa di distribuzione, la Magnolia. Sul sito si parla di una “data suscettibile di variazione” per la pubblicazione del Dvd, ma non c’è alcuna conferma né indicazione precisa.
Tuttavia, sempre secondo Gareth Edwards, la vita di Monsters potrebbe essere destinata a diventare piuttosto lunga.
«Tristemente, non posseggo i diritti di Monsters, ma ho scelto appositamente di ambientare la storia in un mondo nel quale gli alieni sono diventati parte della vita di ogni giorno», spiega Edwards. (ATTENZIONE SPOILER) «Dato che il film non comincia con l’invasione e non finisce con la sconfitta degli alieni, ho lasciato ogni possibile porta aperta alla possibilità che nascano più storie nel contesto di questo mondo. Non so se in futuro sarò ancora coinvolto nel progetto, ma penso che sia già stata discussa l’ipotesi di trarne una serie televisiva».
Se nelle prossime settimane doveste fare un viaggio negli Stati Uniti, date un’occhiata alla lista dei cinema, chissà che non Monster non sia proiettato “in a theather near to you”.
Il trailer di Monsters:
Una featurette di Monsters
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