Green Zone: Reclutare gli attori
telegram

Green Zone: Reclutare gli attori

Da Matt Damon a Khalid Abdalla, da Amy Rayan a Jason Isaacs

Green Zone: Reclutare gli attori

Da Matt Damon a Khalid Abdalla, da Amy Rayan a Jason Isaacs

Pubblichiamo gli estratti del Pressbook ufficiale del film.

Matt Damon è Roy Miller

Non molto tempo dopo aver terminato le riprese principali relative alla loro seconda collaborazione, Matt Damon consentì a prendere parte a un terzo progetto con chi lo aveva diretto negli ultimi due capitoli su Bourne. “Lavorare con Paul è un processo corroborante perché insiste nel voler catturare qualcosa di reale per la camera”, elogia Damon. «Non ci sono sorprese quando guardi gli altri suoi lavori. Nessuna delle scene di Bloody Sunday sembra forzata o sembra promuovere un progetto personale. Di fatto, United 93 vibra per la tensione quando i personaggi si rendono conto della loro situazione. Paul vuole che il pubblico senta quella verità e quella tensione insieme con i personaggi».

L’occasione di collaborare nuovamente con l’amico non è stata la sola motivazione per cui Damon ha siglato la sua partecipazione a Green Zone. Spiega: «Oltre a lavorare con Paul, che io ammiro e i cui film mi piacciono veramente, l’opportunità di lavorare con un gruppo di reduci tornati di recente dall’Iraq e dall’Afghanistan era imperdibile. Sono loro che hanno formato veramente il nostro cast e con la loro presenza hanno contribuito a creare un ambiente che sapeva di autentico. Stare con delle persone in stato di allerta che hanno vissuto già prima quelle situazioni è qualcosa di inestimabile per un attore».

Con il ruolo del primo maresciallo luogotenente Roy Miller, Matt Damon ritrae sullo schermo un soldato di carriera che nel 1990 aveva prestato servizio nella Guerra del Golfo e che adesso compie il proprio dovere in un Iraq completamente diverso. Nel 2003, torna nella regione a capo di un’esaltata squadra di ricercatori di ADM nota come MET D (Mobile Exploitation Team Delta). I suoi soldati hanno un solo obiettivo: sgomberare una lunga lista di siti nei quali si reputa siano custodite ADM.

Proprio come Jason Bourne, Roy Miller vuole solamente trovare la verità nella situazione precaria in cui si trova. Damon elabora a partire da qui le motivazioni del proprio personaggio: «Miller diventa ossessionato nello scoprire che cosa sta succedendo, vuole arrivare fino in fondo a tutta quanta la questione. Si assegna autonomamente il compito di lavorare per il capo della CIA a Baghdad e comincia a collaborare con lui per cercare di scoprire dove sono le armi… se esistono».

Greengrass aggiunge: «Miller è un uomo d’azione che deve affrontare una frustrazione montante ogni volta che non si trovano armi. Poi all’improvviso qualcuno gli offre l’opportunità di fare qualcosa. E lui la afferra, perché vuole che qualcosa sia fatto».

Il regista era rimasto molto contento dell’attore che lui stesso per poco non aveva fatto travolgere dalla metropolitana nella Waterloo Station a Londra e che aveva lanciato disinvoltamente attraverso le finestre in cima all’area della Medina a Tangeri, e confidava di poter collaborare di nuovo con lui per la quarta volta insieme.

«Matt è un protagonista impeccabile per questo film», fa notare il regista. «Questo è il tipo di ruolo che la gente vuole vedergli interpretare. È uno degli attori al mondo con la maggiore prestanza fisica. Se lo metti in un grosso thriller d’azione, Matt cattura subito l’attenzione perché sai che finirà in posti esaltanti, assolutamente determinato a trovare la verità e a mostrare coraggio. Finirà col correre e saltare e inseguire e battersi e fare tutte quelle cose che non vedi l’ora di veder far fare a Matt. Cose che fa con classe e fino in fondo, e poi racconta una storia grandiosa».

Il ruolo della nemesi di Miller, l’agente della DIA Clark Poundstone, è stato interpretato da Greg Kinnear. L’attore si è adattato rapidamente allo stile unico di Greengrass che lascia ampio margine all’improvvisazione degli attori durante le riprese, e poter contare su Kinnear come co-star è stato molto utile nel conseguire tale capacità

«Matt mi aveva avvisato di come sarebbe andata la cosa», dice Kinnear, «È un grosso cambiamento rispetto a molti set cinematografici tradizionali. Quando ti adatti, cominci a renderti conto che è divertente e molto imprevedibile».

L’agente della DIA, un civile, è giunto in Iraq presumibilmente per riparare ai guasti che sono stati compiuti nel paese; raggiungerà il suo scopo con ogni mezzo necessario. «Poundstone crede che si possa rimettere insieme questo posto molto rapidamente, ed è solo questo il suo finale di partita, non i mezzi per ottenerlo», rivela Kinnear. «Questa storia presenta punti di vista molteplici, e con il modo di lavorare di Paul, viene lasciato spazio alle argomentazioni di tutti».

All’attore di origini irlandesi Brendan Gleeson è stato chiesto dal regista di dare volto a Martin Brown, il comandante di postazione della CIA al quale Roy Miller si rivolge quando crede di non potersi più fidare di nessuno. Greengrass spiritosamente osserva: «Dal mio punto di vista, è bello avere un personaggio della CIA che sia un brava persona, dopo i film su Bourne».


Amy Rayan è la giornalista Lawrie Dayne

La giornalista che si trova inconsapevolmente a essere portavoce di Poundstone è la scrittrice di primo piano per il Wall Street Journal, Lawrie Dayne. La scelta per interpretare la giornalista è ricaduta sull’attrice Amy Ryan, resasi nota al grande pubblico con lo sconvolgente e pluripremiato ruolo in Gone Baby Gone. Nella primavera del 2003, Dayne che era diventata un’esperta di guerre chimiche, si trova in prima linea nella Green Zone, dove il doppiogiochista Poundstone le imbecca le storie delle quali scrivere senza che lei ne sia consapevole.

Greengrass ha incoraggiato la versatilità nel modo in cui gli attori dovevano interpretare i ruoli, e la Ryan ha mostrato un approccio particolare rispetto alla Dayne. Afferma l’attrice: «Lawrie ha passato la maggior parte della sua carriera scrivendo sulle armi di distruzione di massa. Ora, si trova in una posizione decisiva in Iraq. Sta cercando le risposte a qualcosa in cui ha creduto per tutta la sua vita professionale. Questo sarà il momento cruciale della sua carriera, nel caso in cui Lawrie sarà presente quando, e se, saranno trovate queste armi».


Khalid Abdalla è il reduce Freddy

Il ruolo di Freddy, un reduce iracheno senza lavoro che combatte ogni giorno con una gamba prostetica e una Toyota Corolla scassata, è stato assegnato a Khalid Abdalla. L’attore, nato in Scozia da genitori egiziani, ha lavorato per la prima volta con Greengrass dando tutto sé stesso nel ruolo del dirottatore Ziad Jarrah in United 93. «La prima volta che ho sentito parlare di 93, non volevo averci niente a che fare», ammette Abdalla, «Avevo sentito che si trattava di un film sull’11 settembre, e avevo pensato, “No, grazie”. Poi ho scoperto che era Paul, ho visto Bloody Sunday e abbiamo avuto un incontro. Era chiaro che voleva fare un film come andava fatto, e che era una persona straordinaria, della quale mi potevo fidare. Lavorare con Paul è come stare su un’isola vulcanica, e a me la cosa piace tantissimo».

Scortando Miller nei luoghi dove risiedono i membri delle alte sfere del Partito Baath che Miller sta cercando, Freddy comincia a far cadere le pedine del domino in Green Zone. «È uno dei tanti iracheni che sono stati contenti di vedere la caduta di Saddam e che aveva voglia di credere, all’inizio, che le cose potessero migliorare», dice Abdalla, «Freddy non è proprio un iracheno qualunque, è un ragazzo che si tiene alla larga dalla strada, ed è l’iracheno principale nel film».

Alla fine, Freddy diventa il traduttore che collabora con Miller e gli uomini della MET D. Tuttavia, la traduzione della terminologia altamente tecnica e la varietà regionale del gergo hanno rappresentato una sfida per il madrelingua arabo. «Il mondo nel quale è ambientato questo film è molto reale», afferma Abdalla, «Offre una prospettiva dell’Iraq non molto conosciuta alla gente. Il mio consulente personale è cresciuto in Iraq e si trovava a Baghdad per gran parte della guerra, quindi molte storie ci sono arrivate grazie a lui attraverso sentieri che non ci aspettavamo».


Jason Isaacs è il colonnello Briggs

L’attore inglese Jason Isaacs è salito a bordo della produzione con il ruolo del tenente colonnello Briggs, il comandante dei Berretti Verdi che si preoccupa di tenere a freno Miller. L’attore ha apprezzato il disciplinato lavoro accademico per la realizzazione del film di Greengrass. «I film di Paul hanno un meticoloso lavoro di ricerca», considera Isaacs, «Ha una squadra incredibile intorno a lui che mi ha fornito un malloppo di riprese documentarie, video su YouTube, registrazioni audio e libri per le mie ricerche personali. Per quanto fosse tutto utile, non è stato niente a confronto delle risorse umane presenti sul set».

In Green Zone, lo smantellamento dell’esercito iracheno (“ripartire da zero”) viene annunciato in un’affollata conferenza stampa dal personaggio di Kinnear, Poundstone. Sulla scena, insieme con la Ryan e a numerosi figuranti che recitavano il ruolo di giornalisti erano presenti Rajiv Chandrasekaran, e l’ex-reporter della CBS nonché co-produttore Michael Bronner. Tutti e due avevano partecipato a un simile briefing nel 2003, e hanno posto domande simili davanti alla cinepresa. Bronner, che ha passato qualche tempo in Iraq durante la guerra, come inviato per il notiziario della CBS e 60 Minutes, ha partecipato alla produzione anche conducendo alcune ricerche per conto di Greengrass.

«Mi sono seduto a innumerevoli briefing per la stampa nella Green Zone», ricorda Chandrasekaran, «Alcuni di noi avevano copiato un vecchio nomignolo usato dal nucleo della stampa a Saigon durante la Guerra in Vietnam – “five o’clock follies” (“follie delle cinque in punto”). La realtà che gli ufficiali tentavano di trasmettere dall’alto del podio nella Green Zone era ben diversa dalla realtà fuori le mura».

Bronner ha gestito le ricerche sulle ADM per Green Zone. «Ogni soldato che aveva fatto parte delle squadre incaricate della ricerca di queste ADM col quale ho parlato, e ogni ufficiale della CIA e della DIA, trasportati sul posto con la prima ondata, erano arrivati pensando che ci sarebbero state ADM ovunque», ricorda, «Non penso credessero che Saddam avrebbe bombardato con il nucleare l’America di lì a poco, ma anche io pensavo avessero qualche scarto chimico che avrebbe lanciato contro le truppe. Furono esterrefatti quando non trovarono niente. In certi casi, disponevano di coordinate estremamente dettagliate inviate dall’intelligence, ed erano sbagliate. Come poteva essere che avevano totalmente sbagliato dall’intelligence? C’è un profondo mistero nella motivazione di un personaggio che continua darsi da fare per cercare di comprendere».

Torna all’indice del Pressbook

© RIPRODUZIONE RISERVATA