Pubblichiamo gli estratti del Pressbook ufficiale di Robin Hood.
Le riprese principali dell’ultimo film epico di Scott hanno avuto inizio nell’aprile del 2009. Il produttore Grazer ricorda che il regista si è subito guadagnato il suo nomignolo da set. “Lo abbiamo nominato Il Generale”, racconta. “Ridley Scott è quel tipo di generale che parte alla carica nella nostra generazione di filmaker. Una volta c’era John Ford, e poi ce ne sono stati altri, ma certamente Ridley è lui stesso un gladiatore”.
Ad uno dei collaboratori di Scott da più lungo tempo, lo scenografo Arthur Max, è stato conferito il compito erculeo di ricostruire l’Inghilterra medievale—ricreando il più accuratamente possibile la vita nei villaggi e nelle città, e la grandiosità dei castelli del periodo.
Allo scenografo è stato chiesto di far sperimentare a Scott la vita nell’Inghilterra di quel periodo. I due hanno potuto contare su una grande ricchezza di materiali presenti nei musei, nelle biblioteche, negli ambienti realmente ricostruiti in Inghilterra e in Dordogna, in Francia, ed anche in alcuni villaggi spagnoli nei Pirenei che sono rimasti quasi identici a come erano nel Medioevo.
Scott e Max hanno tratto anche ispirazione dai dipinti dei Pieter Bruegel giovane e vecchio, che ritraevano quella durezza nella vita medievale che i due tanto aspiravano a ricreare per il grande schermo. Nonostante non appartenessero a quel periodo, questi dipinti offrivano un’immagine molto accurata dell’epoca; e tale aspetto è stato adattato per Robin Hood. “Volevamo mostrare la desolazione e l’impoverimento della popolazione anglosassone in tutto il suo splendore”, riassume Max.
Uno dei luoghi più importanti era quello del Villaggio di Nottingham, il luogo in cui Robin si reca per riportare la spada di Sir Loxley a suo padre. Ricostruito nell’Hampton Estate, nei pressi di Guildford, nel Surrey, il set che lo rappresenta è stato costruito in una tenuta privata con antiche querce, prati sconfinati e una topografia sensazionale. La proprietà comprende anche una foresta di abeti, un ruscello e una palude, pertanto rappresentava una vera miniera di inquadrature per Scott. “Prima di tutto avevamo bisogno di un paesaggio magnifico”, spiega Max. “E aver trovato questo posto è stato un gran bel colpo di fortuna”.
“Abbiamo completamente costruito il Villaggio di Nottingham, composto di oltre 50 edifici” spiega il designer, “la maggior parte dei quali realizzati con legno e paglia e una specie di fango per costruzioni.” Gli edifici di cui parla sono stati costruiti attorno ad una piazza, con un negozio di granaglie, una taverna, un granaio ed una chiesa—oltre a case e recinti per animali di ogni forma e dimensione—che si estendevano ben oltre il centro della città.
Max ha chiesto alla sua squadra di costruire un mulino ad acqua realmente funzionante, oltre ad alcuni cancelli in rovina che sarebbero serviti per creare continuità con un’altra location a circa 20 minuti in auto da lì. Estremamente attenti ai dettagli, hanno piantato (e curato per molti mesi, affinché crescesse appropriatamente) un frutteto. Max spiega che per esigenze di copione, alla fine hanno dovuto “bruciare il villaggio. Non tutto, ma un discreto numero di edifici. Il resto è stato ottenuto digitalmente. Abbiamo dovuto fare molta attenzione perché la maggior parte degli edifici si trovavano tra le querce, che erano preziose, ma siamo riusciti a controllare il fuoco”.
Gli incendi erano una piaga spaventosa nel Medioevo, e con gli uomini di Godfrey che saccheggiavano i villaggi quando volevano, i filmaker si sono dovuti misurare con una discreta serie di incendi controllati per poter seguire la sceneggiatura. La maggior parte sono stati realizzati nel bosco di Bourne Woods, nei pressi di Farnham nel Surrey—una piantagione commerciale che ha consentito alla squadra tecnica di costruire set estensibili.
In Robin Hood, il bosco di Bourne Woods è servito da base per i villaggi di Barnsdale (considerato uno dei luoghi d’origine della leggenda di Robin Hood), York e Peterborough. Sono gli stessi villaggi che gli uomini e i seguaci di Re Giovanni, al comando del doppiogiochista Godfrey, distruggono per punire gli abitanti del non aver pagato le tasse. A Bourne Woods è stato realizzato anche il castello francese.
Max è stato contento di costruire il castello francese ed il campo inglese che lo circondava dove sono state girate le scene iniziali del film nella stessa location. “Si è ispirato ad un castello francese realmente esistente, più o meno nella zona dove si trovava lo Chalouse Castle”, spiega. “Abbiamo deciso che sarebbe stato meglio costruirlo in un luogo vicino agli studio perché il paesaggio era magnifico. Molti castelli di quell’epoca sono oggi circondati dalle città. Pertanto abbiamo deciso di costruirlo e poi estenderlo digitalmente”.
Esteso in cima ad una collina di circa 19 metri da terra fino al tetto della torre, il castello francese è stato ricostruito utilizzando le classiche impalcature e il gesso. Calchi eseguiti sulle pietre di castelli inglesi del periodo sono serviti a riprodurre i materiali di costruzione dell’epoca. Un ingegnere è stato poi incaricato di verificare che la struttura potesse resistere al vento e anche per assicurarsi che la collina non franasse sotto al peso di questa enorme struttura.
Presso gli Shepperton Studios sono state riprodotte alcune zone chiave di Londra e, soprattutto, la Torre di Londra, così com’era tra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo. Ridotto ad un campo incolto prima dell’arrivo della squadra degli scenografi, il resto degli Shepperton Studios è stato trasformato in solo alcuni mesi in una impressionante Londra del periodo medievale. “Abbiamo lavorato molto sul terreno, prima di cominciare, per realizzare la topografia esatta”, spiega Max. “Abbiamo scavato un fossato e realizzato una rete di strade”. Per far si che la Torre di Londra sembrasse più imponente, è stata soprelevata di circa un metro e mezzo rispetto al resto del sito.
Un’altra parte della Torre di Londra, il Royal Dock, è stato costruito a Virginia Water, nel Surrey. Max e la sua squadra hanno realizzato un vero molo, oltre all’imbarcazione reale, la Royal Barge, che porta in Inghilterra Robin e i suoi uomini, dopo molti anni trascorsi lontano dalle loro case, per il passaggio della corona di Riccardo ad Eleonora.
“Il nostro set della Torre si basa sulle rovine della Torre di Londra. Credo che si chiamino Barbican Gate, e appartengono al nostro periodo,” spiega Max. “Le pietre sono state riprodotte su quelle del Carnarvon Castle nel Galles, probabilmente il castello meglio conservato dell’intera Britannia. Della vera Torre di Londra rimaneva molto poco, quindi abbiamo deciso di ricrearne alcune piccole parti e poi di estenderle digitalmente”.
Gli interni della Torre, ricostruiti nei teatri di posa Shepperton, sono stati realizzati prestando la stessa grande attenzione ai dettagli dedicata agli esterni, come si potrà notare nel film. Un set composito, comprendeva il lunghissimo corridoio che conduceva alla gigantesca stanza del trono, oltre la quale si trovavano le enormi stanze da letto di Giovanni e della Regina Eleonora. I set sono stati ricostruiti secondo le proporzioni osservate da Scott, Max e dalla loro squadra nei castelli inglesi esistenti da loro visitati in fase di pre-produzione.
Sempre presso gli Shepperton Studios sono stati realizzati gli interni di Peper Harow, dove viveva la famiglia Loxley. Il maniero è stato ispirato da una fattoria del XIII secolo individuata nello Shropshire dai realizzatori. La squadra si è innamorata dell’enorme ingresso, dei vari dettagli, del carattere e della patina antica che possedeva.
Per ragioni pratiche non è stato possibile girare direttamente a Shropshire, e quindi la squadra tecnica di Scott l’ha ricostruita in un teatro di posa degli Shepperton Studios. Gli spazi abitati da Marion e da Sir Walter—compresi il grande ingresso, le camere da letto, le cucine e gli altri locali—sono stati tutti realizzati dal nulla. La squadra di Max si è ispirata per gli interni alla Oxenford Farm, un maniero nel Surrey. Per completare il look, hanno aggiunto alla struttura esistente numerosi granai, un cancello fortificato, vari recinti ed un altro mulino ad acqua. E così, Peper Harow è tornato a vivere.
Gli attori hanno molto apprezzato il certosino lavoro dello scenografo e della sua squadra di artigiani. La Blanchett riassume così le loro sensazioni: “Arthur è assolutamente meraviglioso ed è veramente deciso a mantenere in vita questo tipo di artigianato in Inghilterra. E’ molto preoccupato per la scomparsa del lavoro artigianale per i set in Inghilterra. Mi meraviglia il livello di cura che ha impiegato nella realizzazione di ciascun edificio del set che ricostruiva il villaggio di Nottingham”.
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