Speciale remake – Le innovazioni tecnologiche
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Speciale remake – Le innovazioni tecnologiche

Dal sonoro al 3D: tutte le vite di King Kong, Godzilla e I tre moschettieri

Speciale remake – Le innovazioni tecnologiche

Dal sonoro al 3D: tutte le vite di King Kong, Godzilla e I tre moschettieri

Il progresso tecnologico è stato da sempre uno dei fattori chiave per la realizzazione di remake. L’avvento prima del sonoro e poi del colore hanno dato il la a decine di rifacimenti tra gli anni Trenta e Cinquanta, tra cui ricordiamo l’autoremake che Cecil B. DeMille realizzò del suo stesso I dieci comandamenti nel 1956, dopo la versione datata 1923. Anche i passi avanti nell’ambito degli effetti speciali, del digitale, della computer grafica e della tecnologia 3D (nelle sue evoluzioni) è spesso stata la scusa per riproporre al pubblico nuove versioni di vecchie pellicole. E lo è diventata soprattutto negli ultimi mesi, grazie al livello raggiunto dagli studios sia per quanto riguarda le riprese tridimensionali che la conversione in fase di post produzione. Non è un caso, infatti, che anche molti classici (da Guerre stellari a Casablanca; anche Titanic è stato recentemente confermato per l’aprile 2012) torneranno in sala in versione 3D, proponendo al pubblico una “rinnovata” visione, tramite conversione, dei film.

Ma sono due colossi dell’avventura a rappresentare l’emblema dei remake tecnologici, nonché due personaggi simbolo dell’intera storia del cinema. Stiamo parlano di King Kong e Godzilla, legati tra l’altro fra loro da un legame strettissimo…

Lo scimmione nato nel 1933, grazie al genio dello stop motion Willis O’Brien (che stupì il mondo con un gigante che in realtà altro non era se non un pupazzo alto 56 centimetri con uno scheletro metallico completamente snodabile e ricoperto da pelle di lattice e peli di coniglio), ha dato vita a oltre una ventina di altri film, tra sequel, rivisitazioni e veri e propri remake (i primi due realizzati nel 1962 e nel 1976, quest’ultimo con protagonista l’esordiente Jessica Lange. Il film regala anche l’Oscar per i Migliori effetti speciali a Carlo Rambaldi). L’ultimo dei quali è stato firmato da Peter Jackson nel 2005. Per dare vita a King Kong, il regista de Il signore degli anelli, sì è affidato agli effetti speciali (con qualche miglioria, messa a punto con Polar Express da Zemeckis) e a un attore che avevano contribuito al successo della trilogia fantasy: la performance capture (che insieme agli altri, porta all’Oscar di Migliori effetti speciali) e il “vecchio” Gollum, Andy Serkis.

Il trailer di King Kong (1933):

Il trailer del remake del 1976:

Il trailer originale di King Kong (2005):

Eh già, quando venne al mondo (1954) in Giappone, il kaiju (misterioso mostro) aveva nelle vene un po’ di sangue a stelle e strisce. Per ammissione degli stessi creatori, Tomouki Tanaka e Ishiro Honda, Il risveglio del dinosauro (1953) – a sua volta realizzato con la tecnica dello split-screen per “ingrandire le miniature”, utilizzato anche per portare sullo schermo il cugino di Kink Kong, ovvero Il re dell’Africa (1949) -, fu fonte di ispirazione per il primo film di Godzilla. Il lucertolone incontrerà per la prima volta il suo prozio in King Kong vs Godzilla nel 1962. E questo è solo uno degli oltre 28 film dedicati al personaggio. Mentre nel 1998 Godzilla torna al Paese dei suoi “avi” con il remake statunitense di Roland Emmerich e presto ricomparirà sul grande schermo in 3D in un atteso reboot della Legendary Pictures.

Il trailer giapponese (con sottotitoli in inglese) di Godzilla del 1954:

Il trailer originale del Godzilla di Emmerich del 1998:

(continua)

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