Viaggi nel futuro: The Time Machine
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Viaggi nel futuro: The Time Machine

Guy Pearce viaggia nel futuro per capire perchè non si può cambiare il passato

Viaggi nel futuro: The Time Machine

Guy Pearce viaggia nel futuro per capire perchè non si può cambiare il passato

In occasione dei venticinque anni dall’uscita del primo Ritorno al Futuro – il film che meglio di qualunque altro ha saputo giocare con i vari aspetti del viaggio del tempo – Best Movie ripercorre i più celebri viaggi nel tempo visti al cinema.

Il secondo, infelice, adattamento del libro di H.G.WellsThe Time Machine” è del 2002, con Guy Pierce nel ruolo del protagonista e Jeremy Irons in quelli dell’antagonista principale, in un ruolo ideato appositamente per il film. Questa versione apporta molte modifiche alla trama del libro, è più orientato all’azione e molto meno alla critica sociale ed ha ottenuto un successo molto modesto; può essere ricordata unicamente per la particolarità che il regista Simon Wells è un diretto discendente di H.G. Wells. Per il resto, è un film ingenuo, freddo e scontato, la cui sceneggiatura ricorre tristemente all’espediente sentimentale per dare al protagonista (uno scienziato) la motivazione per viaggiare nel tempo: la sua ragazza viene uccisa, così egli decide di costruire una macchina del tempo. Non riuscendo a salvarla tornando indietro nel tempo, parte per il futuro alla ricerca della risposta…che si rivela piuttosto banale, tra l’altro. Evidentemente, la curiosità scientifica non è oggi vista di buon occhio dal reparto marketing delle major cinematografiche come motore narrativo: è necessario infilare a forza nella trama un intreccio sentimentale per attirare anche il pubblico femminile al cinema… A parte qualche omaggio al film del 1960 e ad Albert Einstein, The Time Machine nulla aggiunge alla filmografia del genere o al suo predecessore, surclassandolo, ovviamente, dal punto di vista degli effetti visivi ma non nell’immaginazione del futuro, se il meglio che si è saputo fare è la maestra che minaccia l’alunno indisciplinato di “risequenziargli il DNA”. Come film di fantascienza, poi, è fin troppo ingenuo per essere preso sul serio: la luna cade sulla Terra e il pianeta praticamente non ne risente, il nostro eroe dice di non aver finito i calcoli e un attimo dopo attiva una macchina del tempo già perfettamente funzionante (allora i calcoli erano per hobby?), la macchina del tempo ha bisogno di un tempo per attivarsi proporzionale a quello che richiede la tensione della trama…insomma, un disastro su tutti i fronti, lontano dallo spirito critico del libro di Wells, e meno stimolante e divertente del film del 1960.

Ecco il trailer originale:

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