Viaggi senza macchina del tempo: La casa sul lago del tempo
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Viaggi senza macchina del tempo: La casa sul lago del tempo

I viaggi nel tempo applicati al dramma sentimentale, con una cassetta della posta consegna lettere avanti ed indietro nel tempo ad un uomo ed una donna che finiscono per innamorarsi

Viaggi senza macchina del tempo: La casa sul lago del tempo

I viaggi nel tempo applicati al dramma sentimentale, con una cassetta della posta consegna lettere avanti ed indietro nel tempo ad un uomo ed una donna che finiscono per innamorarsi

In occasione dei venticinque anni dall’uscita del primo Ritorno al Futuro – il film che meglio di qualunque altro ha saputo giocare con i vari aspetti del viaggio del tempo – Best Movie ripercorre i più celebri viaggi nel tempo visti al cinema.

La casa sul lago del tempo (The Lake House) è il remake di un film coreano (Il Mare, di Lee Hyun-Seung). Il principio è lo stesso di Frequency: a viaggiare nel tempo sono delle lettere, scambiate tra Alex (Keanu Reeves) e Kate (Sandra Bullock), inquilini della stessa casa a due anni di distanza, lui nel 2004, lei nel 2006. Essendo un film sentimentale, a nessuno interesserebbe dei poteri della cassetta delle lettere fatata (il titolo italiano suggerisce un ruolo che il lago proprio non ha), se non fosse che la logica interna del film non funziona per niente. Lo sviluppo della trama è abbastanza scontato: i due si innamorano via lettera, vengono separati dal solito qui pro quo ( con complicazioni quadrimensionali), ma alla fine, si trovano e vivono per sempre felici e contenti: non avendo ecceduto in originalità (l’idea è, appunto, degli sceneggiatori coreani, che la risolvono anche meglio) sarebbe stato carino almeno salvarsi sul piano della logica interna, cosa che purtroppo non avviene, ed in maniera piuttosto evidente. I paradossi ontologici generati dallo scambio di informazioni,infatti, non vengono minimamente presi in considerazione, per forzare un lieto fine altrimenti impossibile. Inoltre pare un po’ ingenuo scambiare lettere d’amore con qualcuno che le riceve due anni prima senza mai provare a cercarlo nel presente (magari nella Corea del Sud della fine degli anni novanta poteva essere plausibile, ma negli Stati Uniti del 2006 neanche un tentativo su Google? ). Il suddetto qui pro quo, poi, avviene solo perché in due, un dottore ed un architetto, non riescono a pensare al motivo più ovvio per cui una persona può non presentarsi ad un appuntamento. Premesse e conseguenze si escludono a vicenda, lasciando un buco nella trama assolutamente inaccettabile.  Infine, Sandra Bullock e soprattutto Keanu Reeves non riescono ad accendere alcuna empatia, fallendo anche nel coinvolgere lo spettatore sul piano emotivo.

Ecco il trailer:

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