Uno dei fattori determinanti per il fascino e l’unicità assoluta di Dragon Ball è nella stessa natura eterogenea e tentacolare della sua filmografia. I fan sparsi in tutto il mondo possono essere infatti di ogni età, in modo totalmente indipendente dalla nazionalità, il genere, l’orientamento sessuale e non ultima la generazione di appartenenza. Eppure, ci sono tanti piccoli punti in comune tra tutti questi spettatori, così diversi tra loro. Alcuni sono positivi: personaggi e situazioni amati in modo massiccio e trasversale. Altri sono invece di segno opposto: passaggi audiovisivi e narrativi particolarmente cruenti o disturbanti, i quali a distanza di anni risultano sempre più indigesti, sempre più distanti dalla sensibilità contemporanea. Non stiamo ovviamente parlando di cancel culture né di alcuna crociata, reale o immaginaria, che imponga ora di eliminare e tranciare di netto sequenze o altro. Molto più razionalmente, parliamo invece di un momento legato agli esordi di Dragon Ball – quando il manga di Akira Toriyama, pubblicato in Giappone dal 1984 al 1995 sulla leggendaria rivista cartacea Weekly Shōnen Jump, diventava la serie animata intitolata semplicemente Dragon Ball, creata da Toei Animation e trasmessa in chiaro dalle Tv d’Italia (come di molti altri paesi sparsi per il globo). Perché un momento particolare, contenuto nel terzo episodio della prima stagione, in realtà non è mai stato particolarmente apprezzato da nessuno, restando ormai nella schiera degli errori umani: quei piccoli o grandi passi falsi che si rivelano solo a un occhio esterno, come è quello degli spettatori del cartone animato.

Attenzione! Il seguito contiene spoiler sulla prima stagione di Dragon Ball

L’episodio incriminato porta il titolo internazionale di The Nimbus Cloud of Roshi e presenta quella che in assoluto, anche a distanza di molti anni, resta la sequenza più odiata anche dai fan e gli estimatori di lungo corso, legati a Dragon Ball anno dopo anno, dalle serie ai ventuno film animati presenti in questa sterminata filmografia. Non vogliamo fare illazioni sulla natura erotica, ammiccante di queste immagini, già che si rischia di scivolare facilmente sul terreno orripilante delle banalità. Ci limiteremo piuttosto a dire che il momento risulta oggi abbastanza disturbante perché molti fan, dai forum alle pagine social dedicate a Dragon Ball, dicano esplicitamente che preferirebbero non averlo mai visto. Avete già capito? Parliamo del momento in cui il personaggio di Bulma sceglie di alzare la gonna e mostrare a Roshi la sua biancheria intima in cambio di una sfera del drago. La ragazzina in quel momento della storia è minorenne, perciò era di per sé già abbastanza disturbasse che decidesse di fare una cosa del genere, mentre la controparte è un uomo veramente anziano, vecchio ben trecento anni.

Ma non contenti, gli autori all’epoca decisero di rilanciare la posta, aggiungendo un dettaglio ancora più inquietante. Il nostro prode Goku aveva infatti già fatto uno scherzetto alla ignara Bulma, la quale, per qualche ragione tanto incongruente quanto misteriosa, non si era assolutamente accorta che lui le avesse già preventivamente sfilato quelle mutandine. E quindi, nel momento fatidico che in inglese si chiama flash e flashing, questo personaggio femminile, sottolineiamo ancora minorenne, finisce per mostrare molto più dell’underwear.  E finisce ovviamente per mostrare proprio tutto. Come dire: too much, veramente troppo, anche per i più smaliziati e soprattutto adulti tra i fan della serie animata.

E voi cosa ne pensate? Ricordavate questo controverso passaggio? Diteci la vostra, come sempre, nei commenti.