Non sarete più gli stessi di prima dopo aver visto questo sconvolgente film del 2009
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Non sarete più gli stessi di prima dopo aver visto questo sconvolgente film del 2009

Prima di conquistare enorme successo e visibilità, questo regista si è fatto conoscere con un’opera glaciale e destabilizzante

Non sarete più gli stessi di prima dopo aver visto questo sconvolgente film del 2009

Prima di conquistare enorme successo e visibilità, questo regista si è fatto conoscere con un’opera glaciale e destabilizzante

dogtooth è un film sconvolgente

Il successo di Povere creature! (Leone d’Oro a Venezia e vincitore di quattro premi Oscar) ha riportato sotto i riflettori il talento visionario di Yorgos Lanthimos, regista greco noto per il suo stile surreale, provocatorio e profondamente disturbante. Chi si è lasciato affascinare dalla poetica folle e dall’estetica bizzarra del film con Emma Stone potrebbe però voler riscoprire le origini di questa visione autoriale. Per farlo, occorre però tornare indietro fino al 2009 e a Dogtooth, il film che ha consacrato Lanthimos nel panorama internazionale.

Presentato a Cannes e candidato all’Oscar come Miglior film straniero, Dogtooth è un’opera glaciale, claustrofobica e destabilizzante. Una volta visto, insomma, non sarete più gli stessi di prima. Racconta la storia di tre fratelli che vivono completamente isolati dal mondo esterno, in una grande casa circondata da un alto muro. I genitori hanno creato per loro una realtà artificiale: insegnano loro parole con significati errati, li educano con rituali assurdi, e li convincono che il mondo esterno sia pericoloso e letale. I figli non hanno mai visto nessuno al di fuori della famiglia, e credono che gli aerei in cielo siano giocattoli. Le regole della casa sono rigide, e la punizione per chi trasgredisce è psicologicamente devastante. Ma quando il padre introduce una donna esterna per soddisfare i bisogni del figlio maggiore, l’equilibrio di questa realtà costruita inizia lentamente a sgretolarsi.

In Dogtooth, Lanthimos costruisce un mondo freddo e minimale, dove l’assurdo si fonde con l’orrore. Ogni dialogo è recitato con una freddezza disturbante, un tratto che abbiamo poi ritrovato anche nel successivo The Lobster del 2015. La violenza – fisica e mentale – non è mai spettacolarizzata, ma sottile, insinuante, radicata nella struttura stessa della storia. Il vero orrore non sta tanto nei gesti quanto nella loro normalizzazione. È qui che Dogtooth diventa sconvolgente: nella sua capacità di raccontare l’assurdo come quotidiano, il controllo come amore, la prigionia come protezione.

Il film non offre spiegazioni né soluzioni, anche perché il finale è tanto essenziale quanto spiazzante, lasciandoci con più domande che risposte. Dogtooth non vuole in nessun modo confortare, ma costringere a pensare. È un film che si insinua nella mente e ci resta, ponendoci davanti a interrogativi scomodi: cos’è la libertà? Quanto può essere manipolata la realtà? Cosa siamo disposti ad accettare come “normale” se non conosciamo alternative?

Se non lo avete ancora recuperato e avete il coraggio di farlo, potete recuperarlo su Now, oppure acquistandolo o noleggiando sulle principali piattaforme streaming. Preparatevi, però, perché in confronto le stranezze di Povere creature! sono davvero roba da niente.

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