Venezia 68: Arisa, "A recitare sono una cagna"
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Venezia 68: Arisa, “A recitare sono una cagna”

La perfezionista cantante italiana, nonostante i complimenti del suo regista Ricky Tognazzi, non è contenta della sua performance in Tutta colpa della musica, al cinema da domani. Faccia a faccia, ci ha raccontato perché

Venezia 68: Arisa, “A recitare sono una cagna”

La perfezionista cantante italiana, nonostante i complimenti del suo regista Ricky Tognazzi, non è contenta della sua performance in Tutta colpa della musica, al cinema da domani. Faccia a faccia, ci ha raccontato perché

E’ un’Arisa elegante e sofisticata quella che incontriamo. Almeno quanto a look, nell’atteggiamento invece è sempre la ragazza semplice degli inizi , con quella voce un po’ infantile che la fa sempre sembrare un po’ un fumetto. La cantante pop lanciata un paio di anni fa nella sezione giovani di Sanremo dal singolo “Sincerità” è al Festival di Venezia (nella sezione Controcampo) in quanto parte del cast di Tutta colpa della musica, per la regia di Ricky Tognazzi. Nel cast, oltre ad Arisa,  lo stesso Tognazzi, Stefania Sandrelli, Marco Messeri ed Elena Sofia Ricci. Nel film, che racconta l’amore senile tra Tognazzi e la Sandrelli, Arisa è Chiara giovane figlia di Ricky, timida e religiosissima, oppressa da una madre apprensiva che non le permette di sbocciare, almeno finché la ragazza non trova finalmente l’amore… Abbiamo scambiato quattro chiacchiere faccia a faccia con lei e ci ha spiegato che, da perfezionista qual è,  non si è piaciuta molto. Il film, che uscirà domani, e la sua interpretazione sono stati accolti positivamente dalla stampa. Ecco l’intervista completa.

Best Movie: Come stai vivendo l’atmosfera veneziana?

Arisa: E’ molto divertente, frenetica e un po’ pazza…

BM: Meglio Sanremo o il Festival di Venezia?

A: Bé, sono molto simili. La differenza è che a Sanremo arriva il momento in cui alla fine canti, invece qui non canti. Però, mi trovo bene, è un evento molto importante, dove vedi molti colori e trai ispirazione per la produzione musicale futura.

BM: Hai sempre detto di vivere solo per la musica. Come si è inserita l’avventura del cinema in questa tua passione così totalizzante?

A: Io vivo principalmente per la musica e infatti ho scritto una canzone per il film che si chiama “Il tempo che verrà”. La musica ha il primo posto nella mia vita, ma mi interessa sperimentare, soprattutto me stessa. E quindi ci ho provato…

BM: Sei contenta delle reazioni suscitate del film e dalla tua interpretazione?

A: Mi fa piacere che ci siano commenti positivi, ma io penso di essere una cagna a recitare. Io mi sono vista per la prima volta oggi e ho pensato: “Mamma mia!”. Cercavo di guardare in viso Ricky per vedere se si fosse pentito.

BM: Lui cosa dice?

A: Lui mi dice che sono bravissima a recitare, ma io ho i miei dubbi…

BM: Il tuo personaggio, rispetto alla compressione che vive, alle apprensioni della madre, ti rispecchia in qualche modo?

A: Non è molto distante da me. Ho vissuto dei grandi divieti nella mia vita. Vivevo in un piccolo paese e i miei genitori mi vedevano troppo diversa dalle mie compagne. Anche perché ho iniziato a fumare le sigarette a 9 anni. Ero un tipo che voleva frequentare persone più adulte ,andavo sempre in giro con i miei cugini più grandi e i miei genitori vedevano con preoccupazione questo mio voler abbattere i confini dell’età. In realtà, io mi sono liberata attraverso la musica, perché anche se mio padre mi impediva quasi tutto, in fondo in fondo sperava che io avessi successo. Perché mi ha sempre stimata. Sono partita la prima volta da casa a 19 anni con la scusa dell’Università a Milano, per rincorrere il mio sogno. E poi ho deciso di fare l’estetista perché, con un lavoro in mano, potevo rincorrere il mio sogno di cantare. Avrei potuto cantare ovunque, ma senza morire di fame. Io mi sono liberata attraverso la musica e il mio personaggio Chiara attraverso l’amore. Io l’amore non ce l’ho, ma arriverà.

BM: Hai fatto un regolare provino per questo film?

A: No. Loro hanno dato per scontato che sapessi farlo. Mi hanno dato questa fiducia e io ricambio la loro fiducia ringraziandoli tutti i giorni.

Quando ti sei ritrovata sul set cosa hai pensato?

A: L’ho trovato molto diverso dalla musica. Con la musica agisci in presa diretta con i concerti, invece il cinema è un lavoro più ripetitivo. Non mi piace ripetere le cose troppe volte.

Che cosa senti di aver imparato?

A: Che i veri grandi sono quelli che ti danno una grande mano. Marco Messeri e Ricky sono stati meravigliosi. Avrebbero potuto avere un atteggiamento diverso con me. Nuova leva che arriva dalla musica e invece sono stati molto molto carini. Un ambiente famigliare davvero raro.

 

Da zero a dieci in un secondo. Adesso hai già fatto un altro film al fianco di De Luigi. Ce ne parli?

A: Si chiama La peggior settimana della mia vita. E’ diretto da Paolo Genovesi e lì recito la moglie del padre di De Luigi.

BM: Quindi il cinema sta diventando una cosa seria?

A: Ma no.  Faccio solo quello che mi piace fare quando me lo chiedono.

BM: Musicalmente cosa stai preparando?

A: A livello musicale sto preparando un disco, che uscirà a febbraio e spero di fare Sanremo, spero di fare Sanremo, spero di fare Sanremo (a questo punto lo ripete in una sorta di loop come se usasse Best Movie quale microfono per far arrivare a chi di dovere il messaggio, ndr). Avete capito che vorrei fare Sanremo?

BM: Il tuo look è molto cambiato. Molto più sofisticato. Cosa indossi?

A: Un po’ di pezzi messi insieme. Le scarpe (di vernice con tacchi asimmetrici a gradino) e la gonna sono di Marco Di Vincenzo, la camicia è di Chloè. All’inizio della mia carriera sono arrivata con “Sincerità” a Sanremo con un look che mi era stato creato da altri, e poi pesavo 70 chili e preferivo vestire in un modo che si nascondesse anche a costo di sembrare un po’ ziona. Il fatto poi di essere calata di peso mi ha aiutato molto. Posso giocare di più, anche perché io amo le donne di classe.

BM: Quindi rinunci agli occhialoni?

A: Non ci rinuncio. Non sempre li metto, a volte li tolgo quando mi pesano. Ho un rapporto di amore e odio con gli occhiali.

BM: A proposito di donne di classe. Quali sono i tuoi modelli tra le attrici?

A: Sicuramente Kate Winslet e l’indimenticabile Audrey Hepburn.

BM: Fumi ancora?

A: Solo due sigarette al giorno, ma voglio smettere o non potrò più cantare.

 

 

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