È stata definita la selezione di Venezia Classici dell’81. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, che presenta in anteprima mondiale 18 restauri, realizzati nel corso dell’ultimo anno, di capolavori provenienti da cineteche, istituzioni culturali e produzioni di tutto il mondo.
«Il programma di Venezia Classici include la commemorazione di alcuni importanti anniversari– dichiara il Direttore artistico della Mostra, Alberto Barbera –. Prima di tutto, il centenario della nascita di Marcello Mastroianni, l’attore italiano più amato e celebrato nel mondo che rivedremo ne La notte, tra i film più belli di Michelangelo Antonioni. Sono passati invece cinquant’anni dalla scomparsa di Vittorio De Sica, che con L’oro di Napoli realizzò nel 1954 uno straordinario omaggio alla città partenopea, attraverso sei episodi ispirati ad altrettanti racconti di Giovanni Marotta. Sono cento gli anni trascorsi dalla fondazione della Columbia Pictures: The Big Heath di Fritz Lang e His Girl Friday di Howard Hawks sono i due capolavori restaurati da Sony Pictures Entertainment, scelti da Venezia fra i tanti film della Major che hanno contribuito a fare grande la storia del cinema americano. Trentacinque anni fa, invece, Peter Brook conquistò il pubblico e i critici convenuti a Venezia per la Mostra del Cinema con la sua affascinante versione cinematografica dell’omonimo poema epico indiano The Mahabharata».
«La pattuglia dei film italiani restaurati è completata da Ecce Bombo di Nanni Moretti, che inaugurò la prima partecipazione del regista al festival di Cannes 1978 e contribuì a farlo conoscere a livello internazionale, e Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto di Lina Wertmüller, che fu uno dei più grandi incassi in Italia della stagione cinematografica 1974-75 – prosegue Barbera -. Oltre ai due citati, altri tre film vanno a completare il drappello dei restauri statunitensi: Bend of the River, giustamente annoverato fra i capolavori western di Anthony Mann, il lussureggiante Technicolor di Blood and Sand di Rouben Mamoulian, e il Model di Fred Wiseman, che il New York Times non ha esitato a definire “uno dei più importanti e originali registi dei nostri tempi».
La geografia cinematografica di Venezia Classici è come di consueto assai varia. Dalla Francia provengono due classici imperituri, come Jeux interdits di René Clément (Leone d’oro alla Mostra del Cinema del 1952), e La peau douce di François Truffaut, accolto con qualche riserva al momento della sua uscita ma degno di figurare tra le sue opere maggiori. Dal Giappone, invece, The Man Who Left His Will on Film, uno dei capolavori di Nagisa Oshima, e All Mixed Up (conosciuto anche col titolo di Swastika) del prolifico regista Yasuzô Masumura, che studiò al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, allievo di Fellini, Visconti e Antonioni. È possibile invece che il nome di Girish Kasaravalli non risulti troppo conosciuto nel nostro paese, anche se è stato tra i fondatori del movimento Parallel Cinema, ispirato dai principi del Neorealismo italiano. Ghatashraddha è il suo film d’esordio, che gli valse una fama immediata e tre dei premi maggiori del cinema indiano di quell’anno (1977).
Ci spostiamo poi in Sud America, da dove proviene uno dei maggiori classici del nuovo cinema brasiliano, The Time and Turn of Augusto Matraga di Roberto Santos. Il nostro breve giro del mondo con i classici restaurati si conclude con il ritorno in Europa. Dalla Danimarca arriva il film d’esordio di Nicolas Winding Refn, Pusher, primo capitolo di una trilogia influente e di notevole successo commerciale, che ebbe anche il merito di far debuttare un grande attore come Mads Mikkelsen. Un’autentica rarità, infine, è il restauro della versione integrale di Flocons d’or di Werner Schroeter, presentato alla Quinzaine des Réalisateurs di Cannes nel 1976 e poi distribuito privo di uno dei suoi episodi più belli, che il restauro della Cineteca di Monaco ha consentito di reintegrare.
Sarà il regista e sceneggiatore Renato De Maria (Hotel Paura, Paz!, La prima linea, Lo spietato) a presiedere la Giuria di studenti di cinema che – per l’undicesimo anno – assegnerà il Premio Venezia Classici per il miglior film restaurato. La Giuria, composta da 24 studenti, ognuno indicato dai docenti dei diversi corsi di cinema delle università italiane, dei DAMS e della veneziana Ca’ Foscari, potrà altresì premiare il miglior documentario sul cinema presentato all’interno della Sezione.
La sezione Venezia Classici si tiene dal 2012 alla Mostra. Curata da Alberto Barbera con la collaborazione di Federico Gironi, Venezia Classici presenta inoltre una selezione di documentari sul cinema e i suoi autori.
Questo l’elenco completo dei restauri di Venezia Classici selezionati per l’81. Mostra:
VENEZIA CLASSICI
LA NOTTE
di MICHELANGELO ANTONIONI (Italia/Francia, 1961, 125’, B/N)
restauro: Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale
THE MAHABHARATA
di PETER BROOK (Francia/UK/USA, 1989, 173’, colore)
restauro: Brook Productions
JEUX INTERDITS (GIOCHI PROIBITI)
di RENÉ CLÉMENT (Francia, 1952, 102’, B/N)
restauro: StudioCanal
L’ORO DI NAPOLI – FILM DI PREAPERTURA
di VITTORIO DE SICA (Italia, 1954, 137’, B/N)
restauro: Cinecittà / Filmauro
HIS GIRL FRIDAY (LA SIGNORA DEL VENERDÌ)
di HOWARD HAWKS (USA, 1940, 92’, B/N)
restauro: Sony Pictures Entertainment
GHATASHRADDHA (THE RITUAL)
di GIRISH KASARAVALLI (India, 1977, 108’, B/N)
restauro: The Film Foundation World Cinema / Film Heritage Foundation
THE BIG HEAT (IL GRANDE CALDO)
di FRITZ LANG (USA, 1953, 90’, B/N)
restauro: Sony Pictures Entertainment
BLOOD AND SAND (SANGUE E ARENA)
di ROUBEN MAMOULIAN (USA, 1941, 125’, colore)
restauro: Walt Disney Studios / The Film Foundation
BEND OF THE RIVER (LÀ DOVE SCENDE IL FIUME)
di ANTHONY MANN (USA, 1952, 91’, colore)
restauro: Universal Pictures / The Film Foundation
MANJI (LA CASA DEGLI AMORI PARTICOLARI)
di YASUZÔ MASUMURA (Giappone, 1964, 90’, colore)
restauro: Kadokawa Corporation
ECCE BOMBO
di NANNI MORETTI (Italia, 1978, 104’, colore)
restauro: Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale
TÔKYÔ SENSÔ SENGO HIWA – EIGA DE ISHO WO NOKOSHITE SHINDA (STORIA SEGRETA DEL DOPOGUERRA: DOPO LA GUERRA DI TOKYO)
di NAGISA ÔSHIMA (Giappone, 1970, 94’, B/N)
restauro: Oshima Productions LTD
A HORA E VEZ DE AUGUSTO MATRAGA (THE TIME AND THE CHANGE OF AUGUSTO MATRAGA)
di ROBERTO SANTOS (Brasile, 1965, 114’, B/N)
restauro: LC Barreto Produções Cinematográficas
LES FLOCONS D’OR (I FIOCCHI D’ORO)
di WERNER SCHROETER (Germania/Francia, 1976, 163’, colore)
restauro: Filmmuseum Düsseldorf / Filmmuseum München
LA PEAU DOUCE (LA CALDA AMANTE)
di FRANÇOIS TRUFFAUT (Francia, 1964, 117’, B/N)
restauro: mk2 Films
TRAVOLTI DA UN INSOLITO DESTINO NELL’AZZURRO MARE D’AGOSTO
di LINA WERTMÜLLER (Italia, 1974, 114’, colore)
restauro: Fondazione Cineteca di Bologna / Minerva Pictures
PUSHER
di NICOLAS WINDING REFN (Danimarca, 1996, 109’, colore)
restauro: byNWR
MODEL
di FREDERICK WISEMAN (USA, 1980, 129’, B/N)
restauro: Zipporah Films
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A completamento della sezione Venezia Classici, verrà annunciata una selezione di documentari sul cinema e i suoi autori, il cui programma verrà annunciato nel corso della presentazione della 81. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica del 23 luglio.
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Renato De Maria – Note biografiche
Renato De Maria (Varese, 1958) cresce a Bologna dove studia Filosofia. Con i suoi primi video vince il primo premio al Festival di Torino del 1982. È regista e sceneggiatore di Hotel Paura (1996), presentato in concorso a San Sebastian, Paz! (2001), Amatemi (2005), La prima linea (2009), presentato al Toronto Film Festival, La vita oscena (2014), in concorso nella sezione Orizzonti della 71. Mostra di Venezia, Italian Gangsters (2015), in concorso nella sezione Orizzonti della 72. Mostra di Venezia, Lo spietato (2019), film Original Netflix, primo premio al Noir Film Festival, Caterina Caselli, una vita 100 vite (2021), presentato al Festival di Roma, Rapiniamo il Duce, film Original Netflix, presentato al Festival di Roma 2022 e Svaniti nella notte, film Original Netflix.
Foto: Filmalpha, Alphabetafilm
Fonte: La Biennale di Venezia
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